In un orto l'intervento umano è fondamentale, la natura viene "quasi" sottomessa al suo volere. La mano dell'uomo dispone in modo ordinato le cose, i semi, le piante da mettere a dimora, si preoccupa anche della bellezza del luogo delle sue fatiche. Ma non bisogna dimenticare quel "quasi". Le stagioni, l'ambiente, l'intervento degli animali, la luce e molto altro ancora sono fattori al di fuori della portata e del controllo dell'uomo. Egli prepara il terreno, ma per il resto si affida fiducioso al mondo.

Così è anche delle parole, dei discorsi e dei pensieri, per i quali ci facciamo terreno, nel quale ciò che si sviluppa è condizionato dagli altri e da ciò che sta fuori di noi. Dalle altre persone ed ambienti che a volte fanno crescere le nostre piante di parole, altre volte invece costituiscono detrimento per le nostre aspirazioni.

E poi le piante si parlano, a volte aiutandosi in una conversazione, altre ostacolandosi, così come i pensieri, i discorsi e le azioni lottano su quel terreno che siamo noi stessi, oppure fioriscono dialogando e conversando nel più bel modo. Ecco perché l'Orto filosofico: pensieri-parole come la vita a metà coltivata, a metà che fa da sé, spesso sorprendendoci!

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